Proviene dal Nord Europa e si chiama "binge drinking", e consiste
nell'assunzione di bevande alcoliche diverse in un breve intervallo e
lontano dai pasti, in modo da raggiungere in maniera rapida ed efficace
l'obiettivo, che è l'ubriacatura. È questo uno dei temi della relazione
trasmessa dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio,
ai presidenti di Camera e Senato, nella quale vengono illustrati i dati
più recenti in tema di alcol: quasi 8,5 milioni di cittadini bevono
oltre la soglia di rischio e tale abitudine riguarda il 15,8% di chi ha
più di undici anni, tra cui circa 475mila adolescenti con meno di 16
anni, pari al 18,5% dei ragazzi ed al 15,5% delle ragazze. Secondo il
rapporto, la situazione tra la popolazione più giovane è peggiorata
anche per abitudini di "importazione" come il binge drinking, divenuta
pratica consueta soprattutto per i giovani uomini tra i 18 e i 24 anni
(21,6%) e nella fascia 25-44 anni (17,4%), ma diffusa anche fra le donne
fra i 18 e i 24 anni (7,9%); fra le giovanissime di 11-15 anni, è
addirittura più diffusa che fra i coetanei maschi. Le medie giovanili
sono nettamente superiori a quella nazionale che è di 12,4% per gli
uomini e del 3,1% delle donne. Nell'ultimo decennio è cresciuta anche la
percentuale quota di chi beve al di fuori dei pasti: nella fascia d'età
11-25 anni, come emerge dalle rilevazioni del 2009 questo comportamento
ha riguardato il 34,4% dei maschi e il 22,8% delle femmine.
(estratto da Doctor news)
mercoledì 16 marzo 2011
Allergie ai pollini ed alimentari
Nelle persone allergiche ai pollini, in particolare delle betullacee, è
elevato il rischio di sviluppare anche un allergia alimentare. Il dato è
stato verificato dagli esperti dell'Ospedale Maggiore Policlinico di
Milano che ne hanno parlato ieri, in occasione dell'appuntamento di
informazione medico-scientifica "Casi clinici in scena". I ricercatori
hanno raggiunto questa conclusione dopo due indagini sui pazienti,
realizzate nel 2009 e nel 2010. Nel primo anno sono stati visitate 322
persone con allergia a pollini, di cui il 62,7% sensibilizzato solo, o
anche, a pollini di betullacee (betulle e ontani) e corilacee (noccioli e
carpini). Nella primavera 2010 è stata indagata invece una popolazione
di 75 allergici ad alimenti vegetali, ed è emerso che il 14,6% dei
pazienti era sensibilizzato primariamente agli alimenti, mentre l'85%
era sensibilizzato primariamente al polline e solo secondariamente agli
alimenti. In particolare, per 46 pazienti (61%) è stata riconosciuta la
frazione allergenica degli alimenti: le proteine Pr10 (presenti nei
frutti della famiglia delle rosacee, come mela, pesca, pera, ciliegia)
che in precedenza li aveva resi allergici al polline degli alberi.
(estratto da Doctor news)
(estratto da Doctor news)
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