giovedì 21 aprile 2011

LA DIETA MEDITERRANEA: QUESTA SCONOSCIUTA


Con questa premessa il quotidiano on-line "il segnale" ha pubblicato un mio nuovo articolo sulla dieta mediterranea (che sarà visibile per qualche giorno a questo link http://ilsegnale.net/?approfondimento=la-dieta-mediterranea-questa-sconosciuta):
Con la Pasqua finisce il tempo dei “fioretti”, ma questo non ci consente di dimenticare i colori e sapori di una corretta alimentazione. Così la dottoressa Raffaella Tosi, biologo nutrizionista ci spiega la storia della dieta mediterranea e le sue ultime evoluzioni. (La redazione)
 
 
Tutti ne parlano, qualcuno ne sparla, ma sicuramente in pochi la conoscono alla perfezione.

Nel 1945 il medico americano Keys sbarcò a Salerno insieme al contingente americano. Era la fine della seconda guerra mondiale. Osservando gli abitanti del Cilento si accorse che le patologie cardiovascolari erano meno diffuse rispetto a quanto fossero presenti in America.
Guarda caso, la gente del posto si nutriva in modo "sano" (ciò che la terra metteva a disposizione) e faceva molto movimento (lavoravano nei campi).
Keys importò in America questo modello, ma con scarsi risultati....le piramidi alimentari prodotte ebbero un effetto devastante ed....antieducativo!
Per anni abbiamo visto (e purtroppo ancora è presente) sui testi di scuola la piramide che alla base ha rappresentati i carboidrati senza alcuna distinzione tra carboidrati ad alto e basso indice glicemico, ed all'apice gli oli senza nessuna distinzione tra grassi "buoni" e grassi "cattivi”. Ma questo è solo un esempio di grave errore commesso! (fig 1)


Figura 1: USDA food pyramid

Recentemente (nel novembre del 2009), in occasione delle celebrazioni della Giornata mondiale dell’Alimentazione, è stata presentata la nuova piramide della dieta mediterranea definita “moderna e sostenibile” (fig 2) . La nuova piramide alimentare, che tengo a presentare sempre ed ovunque, è innovativa e ricca di colori e sapori.


Figura 2: piramide INRAN novembre 2009

Prima di ogni possibile suddivisione, basilari sono atteggiamenti come la convivialità, la stagionalità ed i prodotti locali (concetto di filiera corta e di  tutela dell’agricoltura). Ma dieta mediterranea è anche movimento e attività fisica. Il contadino e l'operaio dei decenni passati lavoravano manualmente tutto il giorno e si spostavano per lo più a piedi o con mezzi di locomozione non motorizzati.

Per la prima volta , la piramide alimentare introduce il concetto di pasti principali” oltre alla frequenza di consumo (giornaliera e settimanale) delle diverse categorie di alimenti. I pasti principali sono rappresentati anzitutto dall’acqua, dalla frutta e  dalla verdura (attenzione anche ai colori oltre al concetto “Five a Day”): per la prevenzione di insorgenza di malattie cardiache e di malattie tipiche della vecchiaia (Parkinson e Alzheimer) e dei tumori e quindi per l’aumento dell’aspettativa di vita non si dovrebbero mai mangiare meno di 5 porzioni tra verdura e frutta fresca al giorno senza dimenticare che “giocare con i colori della natura” aiuta a dare il giusto apporto di antiossidanti e vitamine.
Ed infine la dieta mediterranea non è abbondanza di pane e pasta ma bensì pane, pasta e riso integrali oltre a vari cereali semplici (orzo, farro, grano saraceno, kamut…).
Salendo verso l’apice della piramide, troviamo i cibi che possono essere consumati ogni giorno: 2-3 porzioni di latte e derivati (preferibilmente magri), 3-4 porzioni di olio d’oliva, 1-2 porzioni di noci,semi ed olive, nonché l’assunzione di erbe, aglio, cipolle e spezie finalmente inserite al secondo gradino (quello dei consumi giornalieri) utili per "scoraggiare" l'utilizzo di sale....quindi insaporiamo, si...ma con le giuste spezie!
Gli alimenti da consumare una volta a settimana invece, sono le carni: 2 porzioni di pollo, carne bianca e rossa (soltanto 1 porzione di salumi), più di 2 porzioni di prodotti della pesca,uova ed infine all’apice troviamo i dolci. Quindi sui “secondi piatti” la preferenza viene data alla carne bianca e al pesce, non solo azzurro, ma anche grasso (come sgombro e salmone) molto ricco di omega3. Utilizzo quotidiano di olio extravergine di oliva e ogni giorno un po’ di frutta secca (anch’essa ricca di acidi grassi omega3).
Al di fuori della piramide troviamo due caselle di testo le quali sottolineano l’attenzione che bisogna porre nel mantenere e costanti le porzioni oltre all’assunzione di alcol in modo moderato. Entrambi i consigli servono a far capire che si deve mangiare qualsiasi tipo di alimento senza però cadere nell’esagerazione dell’assunzione.  Questo tipo di processo è dunque del tipo dose-risposta cioè  la caduta in comportamenti di eccesso  difetto apportano ugualmente degli stati di squilibrio salutare.  In ultimo rimane da sottolineare il fatto che la piramide è rivolta ad una popolazione adulta (18-65 anni).
Oggi, la dieta mediterranea, per i suoi effetti salutistici accertati, è stata riconosciuta e proclamata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, per l’alto valore storico che ha assunto quale giusto ed equilibrato modello alimentare, per il migliore stile di vita possibile raggiunto nei popoli.
Da allora ad oggi, i risultati di studi pubblicati su riviste scientifiche accreditate, dimostrano come questo stile alimentare sia capace di fornire giornalmente un mix corretto di macro e micro nutrienti utili per la salute.
Dott.ssa Raffaella Tosi (biologo nutrizionista)

martedì 12 aprile 2011

SALUTE:BIOLOGI, POSSIAMO CONSIGLIARE CIBI E INTEGRATORI

(ANSA) - ROMA, 8 APR 2011 - "Se la patologia accertata può essere fronteggiata oltre che con i farmaci suggeriti dal medico anche con una dieta adeguata, questa può essere consigliata dal biologo, che ha, per legge, la competenza a valutare i bisogni nutritivi dell'uomo sino al punto da giudicare se sia il caso, oltre che consigliare e sconsigliare determinati cibi, di ricorrere a integratori alimentari". Il presidente dell'Ordine nazionale dei biologi, Ermanno Calcatelli, interviene sulla sentenza del Tribunale di Roma che ha detto no alle diete non prescritte dai medici e sottolinea che e' stato fatto "tanto rumore per nulla". "Lo diciamo perché - prosegue - i biologi non hanno mai pensato e non pensano di sostituirsi al medico nella cura delle patologie e hanno sempre detto chiaramente e lo dicono ancora che non pensano e non hanno mai pensato di essere abilitati ad accertamenti di stati patologici e di pretendere di curarli con la prescrizione di diete". "Ciò che i biologi rivendicano - conclude Calcatelli - e lo si legge in maniera inconfutabile nell'autorevole parere del Ministro della Salute del 15/12/2009, è di potere stabilire in maniera autonoma le diete necessarie per mantenere l'individuo in buona salute, valutando non solo le caratteristiche nutrizionali dei vari alimenti, ma altresì se sia il caso di ricorrere ad integratori alimentari". (ANSA). NAN-COM

www.ansa.it/salute

lunedì 11 aprile 2011

TANTO RUMORE PER NULLA. I biologi possono elaborare e consigliare diete per mantenere l'individuo in buona salute.

TESTO INTEGRALE del Dott. Ermanno Calcatelli - Presidente dell'Ordine Nazionale dei Biologi.


È proprio così, tanto rumore si è levato dopo la pronuncia della sentenza n.3527/2011 della I sezione civile del Tribunale di Roma. I colleghi medici hanno gridato alla riaffermazione del ruolo centrale del medico nella cura delle malattie e che sarebbe stato sventato il tentativo dell’ONB di ottenere un pronunciamento che potesse attribuire alla categoria professionale dei biologi competenze esclusive del medico nelle fattispecie inerenti la prescrizione di diete. E ancora si grida da parte medica che consentire ai biologi di sostituirsi ai medici nella prescrizione di diete avrebbe significato demolire (addirittura) la figura del medico quale garante del bene salute.
Perché diciamo tanto rumore per nulla? Lo diciamo perché i biologi non hanno mai pensato e non pensano di sostituirsi al medico nella cura delle patologie e hanno sempre detto chiaramente e lo dicono ancora che non pensano e non hanno mai pensato di essere abilitati ad accertamenti di stati patologici e di pretendere di curarli con la prescrizione di diete.
Ciò che i biologi rivendicano e lo si legge in maniera inconfutabile nell’autorevole parere del Ministro della Salute del 15/12/2009, è di potere stabilire in maniera autonoma le diete necessarie per mantenere l’individuo in buona salute, valutando non solo le caratteristiche nutrizionali dei vari alimenti, ma altresì se sia il caso di ricorrere ad integratori alimentari.
Se invece il cliente sospetta di presumere di essere affetto da una qualche patologia e vorrebbe dal biologo consigli alimentari per curarla, è ovvio che il biologo lo rinvierà al medico perché accerti, con le sue competenze, se il soggetto è affetto da una qualche patologia quale essa sia e solo dopo questo accertamento potrà consigliare, determinare, proporre, suggerire, e di certo prescrivere la dieta che consenta, unitamente ai farmaci consigliati dal medico, il recupero dello stato di benessere.
Stupisce che i colleghi medici e purtroppo anche il Giudice unico del Tribunale di Roma si attardino a discutere se possa essere utilizzato dai biologi il verbo “prescrivere” e dare quindi al cliente delle prescrizioni. Nella lingua italiana il verbo “prescrivere” è sinonimo di stabilire, determinare e talvolta consigliare. Non per nulla nel linguaggio comune si dice: “Il medico mi ha consigliato queste medicine”, come altrettante volte si può dire: “Il medico mi ha prescritto determinati farmaci”.
E l’equivalenza dei termini prescrivere, determinare, consigliare, risulta dal fatto indubitabile che nessuno può imporre l’assunzione o l’uso di un farmaco o il rispetto di una dieta. Ogni “prescrizione” vale per il paziente
come un invito, un consiglio a tenere un certo comportamento, ma il paziente rimane arbitro indiscusso della scelta se utilizzare o meno i consigli del suo medico.
Come si vede, quindi, attardarsi a discutere se il biologo possa “prescrivere” o se lo possa fare solo il medico equivale a un’inutile perdita di tempo perché ogni prescrizione non ha mai carattere imperativo e cogente , ma si presenta all’uomo come un consiglio sia pure autorevole, ma pur sempre un consiglio, che può essere disatteso secondo l’autonoma e inviolabile decisione del soggetto a cui si rivolge.
Deve essere chiaro, quindi, che la sentenza n. 3527/2011 del Giudice unico non ha modificato di una virgola la situazione preesistente: l’accertamento e la cura delle patologie spettano al medico.  
Se la patologia accertata può essere fronteggiata oltre che con i farmaci suggeriti dal medico anche con una dieta adeguata, questa può essere consigliata dal biologo, che ha, per legge, la competenza a valutare i bisogni nutritivi dell’uomo sino al punto da giudicare se sia il caso, oltre che consigliare e sconsigliare determinati cibi, di ricorrere a integratori alimentari.
Se l’individuo è invece in buona salute e vuole restarci o vuole intraprendere un’attività sportiva, può indifferentemente rivolgersi tanto al medico quanto al biologo perché in questo caso non viene in rilievo l’accertamento e la cura di nessuna patologia.
Ma se così stanno le cose c’è da chiedersi che cosa ha stabilito la sentenza n.3527/2011 che ha scatenato l’entusiasmo dei colleghi medici?
La sentenza ha semplicemente stabilito che il prof. Del Toma Eugenio, che era stato ritenuto dall’Ordine responsabile di avere usato espressioni ingiuriose nei confronti dei biologi nutrizionisti, si era limitato in realtà a
manifestare un’opinione soggettiva e peraltro l’opinione che il prof. Del Toma aveva sostenuto “rientra nell’espressione – come si legge nella sentenza - del diritto di libera manifestazione del pensiero, di opinione e di critica sui fatti che interessano il pubblico”. Il prof. Del Toma, quindi, non è stato ritenuto dal Giudice unico responsabile di espressioni ingiuriose e diffamatorie, anche se l’Ordine Nazionale dei Biologi si riserva di valutare, tramite i suoi legali, la correttezza della decisione assunta e di valutare se procedere ad appello. In breve l’oggetto della decisione è stato il riconoscimento che le opinioni espresse dal prof. Del Toma non erano offensive – a giudizio del Tribunale – nei confronti dei biologi.
Ma, per quanto attiene alle competenze dei biologi nulla è stato cambiato.
Valga quanto si legge a conclusione della sentenza: “Il biologo può solo elaborare determinate diete (il giudice ha cura di precisare “non prescrivere”, malgrado come si è visto, ciò non significhi proprio nulla), quindi
riprendiamo “il biologo può solo elaborare determinate diete sia nei confronti di soggetti sani sia di soggetti cui è stata diagnosticata una patologia, solo previo accertamento delle condizioni fisiopatologiche effettuate dal medico chirurgo e altresì il biologo può autonomamente elaborare profili nutrizionali al fine di proporre alla persona che ne fa richiesta un miglioramento del proprio benessere”.
“In tale ambito - continua il Giudice unico - può suggerire o consigliare integratori alimentari stabilendone o indicandone anche le modalità di assunzione che è sempre cosa diversa dalla prescrizione della dieta come
atto curativo, che rimane sempre un’attribuzione esclusiva del medico”.
L’Ordine dei biologi sottoscrive l’affermazione che gli atti curativi appartengono al medico e che l’accertamento delle patologie spetta al medico, si rallegra che nella stessa sentenza sia riconosciuta la competenza del biologo a elaborare in maniera autonoma profili nutrizionali e proporli alla persona che ne fa richiesta (cioè il cliente), ai fini del miglioramento del proprio benessere e della propria salute.
Non dubita che, una volta che sia stata accertata dal medico una patologia, il cliente possa scegliere in condizioni di libertà se, oltre ai farmaci, utilizzare cautele alimentari e cibi appropriati alla sua patologia e possa quindi rivolgersi indifferentemente, a tal fine, sia al medico che al biologo.
Come dicevamo prima tanto rumore per nulla e i colleghi medici, anziché arroccarsi e rinchiudersi nel fortilizio dove sventola la bandiera dell’atto medico, portino rispetto agli altri professionisti che acquisiscono,
frequentando corsi universitari ricchi di insegnamenti in parte uguali a quelli dei medici, competenze altrettanto valide di quelle che acquisiscono i medici insieme ai quali possono contribuire al mantenimento di un adeguato livello di benessere e di salute della collettività. 
Ma mi raccomando, sottovoce, senza fare troppo rumore.
Roma, 5 aprile 2011
IL PRESIDENTE
Dott. Ermanno Calcatelli