"ilsegnale.it" è un giovane quotidiano on line di San Benedetto del Tronto e della provincia di Ascoli Piceno.
Da questo mese, ho l'onore di poter curare una rubrica sull'alimentazione e sul corretto stile di vita.
Oggi, è uscito il mio primo articolo che riporto per esteso ai miei lettori affezionati e che potete leggere nella sezione L'APPROFONDIMENTO sull'home page del quotidiano. Il link a questo primo articolo è il seguente: L'APPROFONDIMENTO: UNA NUOVA RUBRICA SULL'ALIMENTAZIONE A CURA DELLA DOTT.SSA RAFFAELLA TOSI
Quale modo migliore di aprire una rubrica sulla nutrizione spiegando alcuni termini che spesso generano confusione?
I due termini cardine che prendiamo in considerazione sono: dieta e calorie.
La maggior parte delle persone, associa al termine dieta, un regime
alimentare di tipo restrittivo, volto per lo più alla perdita di peso.
In realtà non è proprio così. Se partiamo dall’etimologia, la parola
dieta deriva dal greco dìaita e significa “vita” o meglio “stile di
vita” e sta ad indicare un regime alimentare sano ed equilibrato, con il
giusto apporto di nutrienti atti a soddisfare pienamente, tutte le
esigenze dell’organismo.
Inoltre quando si parla di stili di vita, è utile pensare a tutte
quelle “mosse” necessarie a mantenere lo stato di salute: evitare lo
stress psico-fisico, alimentarsi in maniera corretta, fare
quotidianamente movimento.
La comunità scientifica internazionale attribuisce attualmente
all’alimentazione un ruolo fondamentale, proprio per l’importanza che
essa ha nella determinazione della qualità della vita e della salute
dell’individuo.
Costruire un corretto rapporto con il cibo è essenziale non soltanto
per acquisire conoscenze circa le modalità di una corretta alimentazione
ai fini del proprio sviluppo corporeo, ma anche per fornire le basi
della formazione di un atteggiamento consapevole di cittadini e
consumatori in rapporto ai rischi ed alle suggestioni che ci arrivano
dalla globalizzazione del mercato alimentare e dalla massificazione dei
consumi.
Per stabilire il tipo di un intervento dietetico per un soggetto è
necessario definire in modo certo lo stato dell’individuo, con una
completa e approfondita anamnesi dello stato di salute (patologie
presenti e pregresse, farmaci assunti, valori ematici, variabilità
storica del peso), la rilevazione delle abitudini alimentari e di vari
parametri fra i quali età, sesso, altezza, peso che determinano (secondo
parametri scientifici stabiliti a livello internazionale) l’indice di
massa corporea (il famoso BMI o IMC spesso calcolabile on-line anche su
siti di dubbia affidabilità) con il quale si stabilisce in linea
generica se il paziente è in stato di sottopeso, normopeso, sovrappeso o
obesità di I o II livello. Non trovo corretto poi prescindere da una
attenta analisi della composizione corporea (con plicometria,
impedenziometria, diametri ossei). Solo a questo punto e dopo aver
raccolto questi fondamentali dati si può aiutare il paziente a
raggiungere l’obiettivo comune del miglioramento dello stile di vita.
Questo preambolo (importante anche per far capire di cosa si occupa
il biologo nutrizionista) per ribadire che ogni persona è un caso a se,
quindi è fondamentale che il piano nutrizionale sia personalizzato, e
non si può assolutamente stabilire a priori quanti kg si possono perdere
nel giro di un primo mese di “dieta”. L’intervento dietetico può
comportare gravi rischi per la salute se è autodeterminato e senza
cognizioni elementari di nutrizione. Diete troppo restrittive e in
soggetti a rischio come obesi sono da considerarsi pericolose!
L’eliminazione sconsiderata di determinate categorie di cibi è connessa
con il rischio di malnutrizione (deficienza di certe sostanze
indispensabili), paradossalmente inoltre un obeso potrebbe essere non
solo malnutrito ma soggetto a carenze minerali e vitaminiche oltre che
di acidi grassi. Quindi risulta errato considerare la dieta come “dieta
ipocalorica” adeguata a tutti, e soprattutto autosomministrata.
La dieta ipocalorica non controllata, non bilanciata, e decisa autonomamente
senza rispettare le norme fornite dalla scienza dell’alimentazione,
può portare più danni che benefici spesso per l’incapacità del soggetto
di valutare dal punto di vista qualitativo (oltre che quantitativo) il
giusto apporto di nutrienti.
Mi piace porre l’accento su come noi appartenenti alla società moderna siamo IPERALIMENTATI ma troppo spesso IPONUTRITI.
Cosa significa?
Innanzi tutto è necessario stabilire che tra alimentazione e
nutrizione esiste una notevole differenza. L’alimentazione (come dice la
parola stessa) è l’insieme di tutti gli alimenti disponibili, siano
essi “sani” oppure “insani” (ricchi di grassi saturi, coloranti,
conservanti etc), la nutrizione è la scienza che permette di alimentare
l’individuo con il corretto apporto di tutti i nutrienti (macronutrienti
e micronutrienti) in base alle sue caratteristiche di partenza.
Le nostre dispense sono piene di qualsiasi ghiottoneria si possa
desiderare e la maggior parte di noi apporta con il cibo una quantità di
energia nettamente superiore a quanta ne viene consumata. Ecco perché
buona parte della popolazione risulta iperalimentata.
C’è chi poi si ostina a leggere le tabelle nutrizionali e parla di calorie senza capirne bene il significato.
Dal punto di vista fisico, la “CALORIA” è la quantità di calore che
serve per alzare di 1 GRADO CELSIUS (da 14,5° – a 15,5°) un GRAMMO di
acqua pura a pressione costante.
Nel campo nutrizionale si utilizzano i multipli delle calorie cioè le
“KCAL” che corrispondono a 1000 calorie, e sono le calorie che il cibo
cede giornalmente ogni volta che lo ingeriamo.
I “NUTRIENTI” contenuti nei cibi, cioè le sostanze che compongono gli
alimenti, non sono tutte energetiche, cioè in grado di fornire energia,
vi sono infatti sostanze energetiche, che forniscono la benzina al
nostro organismo, attraverso i legami chimici che sono al loro interno (
carboidrati, alcol, proteine e grassi) e sostanze non energetiche in
senso calorico (acqua, sali minerali, vitamine).
La nuove teorie dietetiche non danno particolare importanza alle
kcal. Pensare solo alla quantità energetica senza tenere presente la
qualità di ciò che si ingerisce, infatti non è quasi mai consigliato.
Un esempio per meglio comprendere: l’ipotetica signora Maria per dimagrire ha bisogno di 1400 Kcal.
Se noi le dovessimo dare solo questa informazione, senza una corretta
impostazione nutrizionale, rischieremmo che la sig.ra Maria mangi
1400Kcal di frittura, o di cioccolato, o di soli carboidrati….
Potremmo quindi dire che la signora Maria è IPONUTRITA! Ovviamente
otterremmo lo stesso il calo peso, ma come sarà diminuita la signora?
Spesso infatti il dimagrimento non è sempre positivo. Nei casi di
dieta squilibrata, anche se c’è un diminuito apporto calorico, si può
andare incontro ad un calo fisiologico della massa magra (quindi del
muscolo) a discapito della massa grassa che rimane inalterata.
Tutto cio’ per dire che , seppure le Kcal ci danno una utile “visione
di partenza”, quello che più conta è gestire in maniera adeguata i
macro e micro nutrienti, costruire la dieta non su percentuali, ma su
grammi di nutrienti per kg di peso corporeo in modo da dare il giusto
apporto di grassi (necessari trasportatori), di proteine (per la sintesi
proteica) e di carboidrati (mai da abolire) come fonte di energia.
Dott.ssa Raffaella Tosi – BIOLOGO NUTRIZIONISTA www.nutrizionistatosi.com
14/02/2011 ore 12:47
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