La temperatura
di certo non favorisce il mantenimento dei prodotti. È estate e anche l’acquisto
di un prodotto “fresco” o surgelato al supermercato può essere un problema.
Uno dei
punti che si dovrebbe tenere bene a mente è di non interrompere la catena del
freddo. Di cosa si tratta? È quella catena che garantisce che l’alimento, dal
momento in cui viene prodotto, al momento in cui viene distribuito, non subisce
sbalzi repentini di temperatura. Le oscillazioni concesse sono di 1/3 gradi ma
generalmente quando andiamo a fare la spesa, non teniamo in considerazione
questo dato. E ce ne accorgiamo quando il gelato appena acquistato presenta una
brinatura superficiale, oppure se la busta di minestrone è diventata un unico
blocco di ghiaccio.
Ma il
problema interessa anche i prodotti meno freschi. Il calore infatti porta a
modificazioni chimico fisiche dell’alimento e per questo, d’estate è buona
abitudine fare la spesa muniti di una borsa termica.
Ma c’è
un’altra cosa da ricordare: leggere bene le date di scadenza! Al supermercato
si tende ad avere davanti i prodotti che scadono prima, e ben nascosti dietro,
sugli scaffali, i prodotti che si conservano più a lungo. Fate bene attenzione
a questo!
Dopo la data indicata sulle
confezioni, infatti, si verificano alterazioni chimiche e microbiologiche che
modificano le caratteristiche nutrizionali e organolettiche del prodotto, e che
a volte sono anche pericolose per la salute. Inoltre, va tenuto ben presente
che chi mangia alimenti scaduti lo fa a suo rischio e pericolo: se subisce dei
danni non può avanzare rivendicazioni di nessun tipo, perché la legge non lo
tutela. Un po' di margine, tuttavia, può esserci, ma non per tutti gli alimenti
e, soprattutto, soltanto se i cibi sono conservati in condizioni ottimali. Una
distinzione importante è quella fra i prodotti che riportano una scadenza
perentoria ("da consumarsi entro") e quelli su cui è scritto "da
consumarsi preferibilmente entro". Infatti, mentre questi ultimi possono
essere consumati anche per qualche tempo oltre la scadenza, senza danni per la
salute, i primi si deteriorano molto più rapidamente, con una perdita molto
netta delle qualità tipiche del prodotto, e anche con possibili conseguenze per
la salute. Per esempio, se è vero che uno yogurt può essere mangiato anche il
giorno dopo la scadenza, è vero anche che la quantità di fermenti sarà
inferiore a quella indicata e che quindi i benefici che questi microrganismi
possono portare sono minori. In generale, la normativa in vigore prevede che
sui prodotti che si conservano meno di tre mesi (come yogurt e mozzarelle)
siano specificati giorno e mese della scadenza; per quelli che durano fino a 18
mesi (per esempio maionese, pasta all’uovo e merendine) siano indicati il mese
e l’anno, mentre sugli alimenti che possono superare i 18 mesi (come pasta,
succhi di frutta, conserve e marmellate) deve essere indicato solamente l’anno.
Questi ultimi sono anche quelli che tollerano meglio l’invecchiamento, e che
quindi possono essere consumati per tempi più lunghi dopo la data di scadenza.
Quindi, per la nostra salute, d’estate
e non, ricordiamoci di questi piccoli accorgimenti!
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