sabato 23 luglio 2011

Alimenti: temperature e data di scadenza. Come garantire la sicurezza alimentare.


La temperatura di certo non favorisce il mantenimento dei prodotti. È estate e anche l’acquisto di un prodotto “fresco” o surgelato al supermercato può essere un problema.
Uno dei punti che si dovrebbe tenere bene a mente è di non interrompere la catena del freddo. Di cosa si tratta? È quella catena che garantisce che l’alimento, dal momento in cui viene prodotto, al momento in cui viene distribuito, non subisce sbalzi repentini di temperatura. Le oscillazioni concesse sono di 1/3 gradi ma generalmente quando andiamo a fare la spesa, non teniamo in considerazione questo dato. E ce ne accorgiamo quando il gelato appena acquistato presenta una brinatura superficiale, oppure se la busta di minestrone è diventata un unico blocco di ghiaccio.
Ma il problema interessa anche i prodotti meno freschi. Il calore infatti porta a modificazioni chimico fisiche dell’alimento e per questo, d’estate è buona abitudine fare la spesa muniti di una borsa termica.
Ma c’è un’altra cosa da ricordare: leggere bene le date di scadenza! Al supermercato si tende ad avere davanti i prodotti che scadono prima, e ben nascosti dietro, sugli scaffali, i prodotti che si conservano più a lungo. Fate bene attenzione a questo!
Dopo la data indicata sulle confezioni, infatti, si verificano alterazioni chimiche e microbiologiche che modificano le caratteristiche nutrizionali e organolettiche del prodotto, e che a volte sono anche pericolose per la salute. Inoltre, va tenuto ben presente che chi mangia alimenti scaduti lo fa a suo rischio e pericolo: se subisce dei danni non può avanzare rivendicazioni di nessun tipo, perché la legge non lo tutela. Un po' di margine, tuttavia, può esserci, ma non per tutti gli alimenti e, soprattutto, soltanto se i cibi sono conservati in condizioni ottimali. Una distinzione importante è quella fra i prodotti che riportano una scadenza perentoria ("da consumarsi entro") e quelli su cui è scritto "da consumarsi preferibilmente entro". Infatti, mentre questi ultimi possono essere consumati anche per qualche tempo oltre la scadenza, senza danni per la salute, i primi si deteriorano molto più rapidamente, con una perdita molto netta delle qualità tipiche del prodotto, e anche con possibili conseguenze per la salute. Per esempio, se è vero che uno yogurt può essere mangiato anche il giorno dopo la scadenza, è vero anche che la quantità di fermenti sarà inferiore a quella indicata e che quindi i benefici che questi microrganismi possono portare sono minori. In generale, la normativa in vigore prevede che sui prodotti che si conservano meno di tre mesi (come yogurt e mozzarelle) siano specificati giorno e mese della scadenza; per quelli che durano fino a 18 mesi (per esempio maionese, pasta all’uovo e merendine) siano indicati il mese e l’anno, mentre sugli alimenti che possono superare i 18 mesi (come pasta, succhi di frutta, conserve e marmellate) deve essere indicato solamente l’anno. Questi ultimi sono anche quelli che tollerano meglio l’invecchiamento, e che quindi possono essere consumati per tempi più lunghi dopo la data di scadenza.
Quindi, per la nostra salute, d’estate e non, ricordiamoci di questi piccoli accorgimenti!

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