lunedì 10 marzo 2025

Integrazione e supplementazione nello sport.

Sull'ultimo numero di "nutrienti e supplementi" c'è un articolo di Antonio Paoli, Dipartimento di Scienze Biomediche, Università di Padova che offre spunti di riflessione. Si tratta di un argomento molto in voga, ovvero la supplementazione negli atleti utilizzata per riparare il danno muscolare e migliorare le performance. 

L'integrazione alimentare è un tema caldo nel mondo dello sport, con un'importanza crescente per gli atleti che cercano di ottimizzare le proprie prestazioni. Ma cosa significa esattamente "integrazione"? E come si distingue dalla "supplementazione"?

Integrazione vs. Supplementazione: Chiarezza Concettuale

L'integrazione si riferisce all'uso mirato di nutrienti per colmare le lacune che possono emergere a causa dell'aumentato fabbisogno degli atleti. L'allenamento intenso, infatti, richiede un apporto maggiore di determinati nutrienti per supportare il recupero, la crescita muscolare e la performance.

La supplementazione, al contrario, consiste nell'assunzione di nutrienti in eccesso rispetto al fabbisogno fisiologico. Questa pratica, spesso inutile anche per gli atleti, può addirittura essere dannosa in alcuni casi.

Il Ruolo Chiave dell'Alimentazione

È fondamentale sottolineare che l'integrazione non sostituisce una dieta equilibrata e varia. Gli integratori sono un supporto, non un sostituto dei cibi veri e propri. L'alimentazione deve rimanere la base per garantire un apporto adeguato di tutti i nutrienti essenziali.

I Principali Integratori per lo Sport

Gli integratori più comuni nel mondo dello sport includono:

  • Proteine: fondamentali per la costruzione e il mantenimento della massa muscolare, soprattutto dopo allenamenti intensi.
  • Carboidrati: la principale fonte di energia per l'organismo, essenziali per sostenere performance prolungate e intense.
  • Creatina: un integratore popolare per aumentare la forza e la potenza muscolare.
  • Beta-alanina: può migliorare la resistenza muscolare e ritardare l'affaticamento.
  • BCAA (aminoacidi ramificati): possono ridurre il dolore muscolare e favorire il recupero.
  • Glutammina: un aminoacido che svolge un ruolo nel sistema immunitario e può aiutare a ridurre l'infiammazione.
  • Omega-3: acidi grassi essenziali con proprietà antinfiammatorie e benefici per la salute generale.
  • Vitamine e minerali: essenziali per numerose funzioni corporee, inclusa la produzione di energia, la funzione immunitaria e la salute delle ossa.

Ergogenici e Adattogeni: Oltre la Nutrizione

Oltre ai nutrienti, esistono integratori con azioni specifiche:

  • Ergogenici: sostanze che possono migliorare le prestazioni atletiche, come la caffeina.
  • Adattogeni: erbe o estratti vegetali che possono aiutare l'organismo ad adattarsi allo stress, come l'Ashwagandha.

Probiotici: Un Microbiota in Equilibrio

I probiotici sono batteri benefici che possono supportare la salute dell'intestino e migliorare la digestione. Un microbiota sano è fondamentale per l'assorbimento dei nutrienti e il benessere generale dell'atleta.

Come Utilizzare gli Integratori in Modo Sicuro ed Efficace

  • Consultare un professionista: è fondamentale parlare con un medico o un dietologo-nutrizionista prima di assumere qualsiasi integratore, per valutare le proprie esigenze e scegliere i prodotti più adatti.
  • Seguire le dosi raccomandate: non superare le dosi indicate sull'etichetta o consigliate dal professionista.
  • Scegliere prodotti di qualità: optare per integratori di marche affidabili, che abbiano superato test di qualità e sicurezza.
  • Monitorare gli effetti: prestare attenzione a eventuali effetti collaterali e interrompere l'uso in caso di problemi.


Conclusioni

L'integrazione alimentare può essere un valido supporto per gli atleti, ma è essenziale utilizzarla in modo responsabile e consapevole. Una dieta equilibrata, il consiglio di un professionista e la scelta di prodotti di qualità sono i pilastri per un'integrazione efficace e sicura.

Disclaimer: Le informazioni fornite in questo articolo sono a scopo informativo e non sostituiscono il parere di un medico o di un professionista qualificato.

venerdì 28 febbraio 2025

Dieta chetogenica: un approccio efficace per la perdita di peso

L'obesità è un problema di salute complesso, influenzato da fattori genetici e dallo stile di vita. Tra le principali cause troviamo abitudini alimentari scorrette e sedentarietà. L'eccesso di peso può portare a diverse problematiche, da difficoltà motorie a malattie cardiovascolari, diabete e alcune forme di cancro. Oggi, per fortuna, abbiamo a disposizione diverse strategie terapeutiche efficaci, tra cui la dieta chetogenica, un regime alimentare che induce uno stato di chetosi, ovvero una condizione metabolica in cui il corpo utilizza i grassi come fonte di energia primaria invece dei carboidrati. Questo approccio può essere molto efficace per la perdita di peso, soprattutto nel breve termine.

Come funziona?

La riduzione drastica dei carboidrati e l'aumento dell'apporto di grassi nella dieta portano il corpo a produrre corpi chetonici, che vengono utilizzati come combustibile al posto del glucosio. La chetosi si raggiunge dopo circa due giorni dall'inizio del programma. Durante questa fase, non si avverte la fame e si ha molta energia grazie ai corpi chetonici prodotti dalla degradazione dei grassi. La dieta chetogenica, spesso definita "liposuzione alimentare", viene utilizzata anche per mantenere la massa muscolare, per un dimagrimento pre-intervento e per migliorare l'autostima.

Vantaggi potenziali:

  • Perdita di peso rapida, soprattutto nel breve periodo
  • Riduzione dell'appetito e aumento della sazietà
  • Miglioramento dei livelli di zucchero nel sangue e controllo del diabete di tipo 2
  • Potenziale beneficio per alcune condizioni neurologiche

Svantaggi e controindicazioni:

  • Difficoltà a mantenere la dieta a lungo termine
  • Possibili effetti collaterali come affaticamento, mal di testa e stitichezza
  • Non adatta a tutti, controindicata in alcune condizioni mediche

Fasi della dieta chetogenica:

  1. Fase di induzione: si assumono proteine ad alto valore biologico e un pasto bilanciato per perdere il 5-10% del peso iniziale.
  2. Fase di perdita di peso : si continua a seguire la dieta chetogenica fino al raggiungimento del peso desiderato.   
  3. Fase di mantenimento: si continua a perdere peso gradualmente e si reintegrano gli alimenti. segue una dieta mediterranea bilanciata come base di uno stile di vita sano.
  4. Dopo i primi sei mesi di mantenimento del peso, se necessario, è possibile ripetere queste fasi per raggiungere il peso desiderato.

Quello che dico sempre a miei pazienti è che le fasi piu' difficili sono quelle di reintegro, in quanto, già con le prime introduzioni di carboidrati, si avverte il senso di fame ed è facile lasciarsi andare non completando correttamente i successivi step. Cio' fa in modo che si torni alle iniziali abitudini alimentari errate con relativa ripesa del peso. 

Importante:

La dieta chetogenica non è adatta a tutti e può avere effetti collaterali. 

La dieta chetogenica è controindicata in alcune categorie di persone:

  • Donne in gravidanza o allattamento: durante questi periodi è fondamentale seguire una dieta equilibrata che fornisca tutti i nutrienti necessari al bambino.
  • Diabetici di tipo 1: la chetosi può alterare il controllo della glicemia e aumentare il rischio di chetoacidosi.
  • Persone con malattie renali o epatiche: la dieta chetogenica può sovraccaricare questi organi.
  • Atleti: la restrizione di carboidrati può compromettere le prestazioni.
  • Persone con disturbi alimentari: la dieta chetogenica potrebbe peggiorare la situazione.

È fondamentale consultare un medico o un professionista della nutrizione prima di intraprenderla, soprattutto in presenza di condizioni mediche preesistenti.



mercoledì 12 febbraio 2025

ALIMENTAZIONE ED ENDOMETRIOSI

"La Fondazione Italiana Endometriosi nasce nel 2007, dall’Associazione Italiana Endometriosi Onlus, con il preciso scopo di implementare la ricerca sulla malattia che attualmente ha, nel mondo, fondi destinati circa 200 volte inferiori ad altre malattie croniche.L’obiettivo che la Fondazione si pone, è quello di aiutare e sostenere le donne, diffondere informazioni sull’endometriosi, seguire le pazienti nel loro percorso di cura, aiutare lo sviluppo degli studi e delle ricerche sul fenomeno." 

La Fondazione Italiana Endometriosi ha pubblicato un documento relativamente all'importanza della dieta per chi soffre di endometriosi in quanto cambiare le abitudini alimentari può ridurre notevolmente i sintomi della malattia. ​ Alcuni alimenti pro-infiammatori devono essere limitati, mentre altri che riducono l'infiammazione devono essere aumentati. ​ La dieta può migliorare i livelli di energia, l'umore, il sistema immunitario e rallentare l'invecchiamento cellulare. A questo scopo vi invito a leggere le linee guida e i consigli sul sito endometriosi.it 

Gli alimenti consigliati includono verdure, proteine vegetali, pesce, semi, uova, frutta a basso indice glicemico e cereali integrali. ​ Alimenti da ridurre o eliminare sono carne rossa, latticini, zuccheri raffinati, cibi fritti, alcol, soia e avena. La dieta deve essere varia e basata su cibi freschi e poco trasformati.

L'attività fisica regolare è consigliata per migliorare il benessere generale. La Fondazione Italiana Endometriosi promuove anche l'uso di integratori specifici come vitamina D, Omega 3 e 6, curcuma e quercetina per supportare la dieta.

In sintesi, una dieta equilibrata e uno stile di vita sano possono aiutare a gestire i sintomi dell'endometriosi e migliorare la qualità della vita.

I principi chiave per una buona alimentazione, secondo il documento, sono:

  1. Freschezza: Acquistare e consumare cibi freschi, evitando alimenti eccessivamente trasformati. ​ Preferire prodotti biologici o acquistati in mercati locali per ridurre l'esposizione ai pesticidi.

  2. Varietà: Mangiare una vasta gamma di alimenti ogni giorno per nutrire il corpo al meglio. ​ Includere proteine di buona qualità, noci, semi, legumi, verdure di vari colori e frutta lontano dai pasti.

Seguire questi principi aiuta a mantenere una dieta equilibrata e a ridurre i sintomi dell'endometriosi.

Gli alimenti consigliati per l'endometriosi includono:

  1. Verdure: Zucchine, cetrioli, asparagi, broccoli, cavoli, radicchio rosso, pomodori freschi, carote, cipolle, finocchi, rucola, insalata mista, peperoni, porro, cima di rapa, zucca, cipolla rossa, spinaci, bietole, verza, cavolfiore, fiori di zucca, carciofi, melanzane, fagiolini, indivia, patate e verdure a foglia e crucifere.

  2. Cereali e Primi: Riso integrale, quinoa, amaranto, miglio, grano saraceno, riso nero o rosso integrale, pasta di ceci, lenticchie o piselli, polenta, gnocchi di patate con farina integrale, cereali integrali come orzo e farro.

  3. Proteine: Salmone selvaggio non affumicato, pesci azzurri, pesce in generale (sgombro, branzino, baccalà, merluzzo, orata), molluschi, tonno (con limitazione), uova di origine controllata, carne bianca di origine controllata, parmigiano o grana padano (con moderazione), crostacei.

  4. Condimenti: Olio extra vergine di oliva, pesto fatto in casa, avocado, limone, curcuma, prezzemolo, semi di sesamo, zucca, girasole, chia, cumino, basilico, pepe.

  5. Frutta: Albicocca, arancia, avocado, ciliegie, cocco, fico, fragola, frutto della passione, lampone, limone, mandarino, mango, mela, melograno, mirtillo, mora, pera, pesca, pompelmo, prugna, ribes, uva.

  6. Altri: Pane fatto in casa con farine integrali, gallette di riso, quinoa, grano saraceno, patate, farinata di ceci fatta in casa.

Questi alimenti sono ricchi di nutrienti e aiutano a ridurre l'infiammazione e i sintomi dell'endometriosi.

Una dieta per l'endometriosi porta diversi benefici, tra cui:

  1. Riduzione dei crampi pelvici e della loro ricorrenza.
  2. Diminuzione del gonfiore e miglioramento del processo digestivo.
  3. Miglioramento dello stato di infiammazione.
  4. Abbassamento dei livelli di estrogeni locali.
  5. Bilanciamento ormonale.
  6. Miglioramento dell’umore, dell’energia e del benessere generale.
  7. Riduzione delle tossine derivate da pesticidi, componenti chimici e antibiotici.
  8. Rallentamento dell’invecchiamento.
  9. Riduzione della stanchezza fisica cronica.

Questi benefici contribuiscono a migliorare la qualità della vita delle persone affette da endometriosi.

In una dieta per l'endometriosi, è consigliabile evitare o ridurre al minimo i seguenti alimenti:

  1. Grano: Contiene zuccheri e glutine, che possono essere pro-infiammatori.
  2. Latticini: Possono stimolare la produzione di prostaglandine infiammatorie.
  3. Carne rossa, insaccata e da allevamento intensivo: Favorisce l'infiammazione e può contenere ormoni della crescita e inquinanti.
  4. Zuccheri e prodotti raffinati: Causano reazioni infiammatorie e aumentano l'acidità del corpo.
  5. Caffeina: Aumenta i crampi addominali e i livelli di estrogeni.
  6. Cibi fritti e alcol: Stimolano prostaglandine negative e consumano vitamina B.
  7. Soia, avena, aloe e segale: Contengono xenoestrogeni e alti livelli di estrogeni.

Evitare questi alimenti aiuta a ridurre l'infiammazione e i sintomi dell'endometriosi.




martedì 11 febbraio 2025

L'INFIAMMAZIONE SILENTE COS'E' E COME SI CORRELA CON L'OBESITA'

 

Infiammazione Silente: un killer silenzioso

L'infiammazione è un processo complesso e fondamentale per la nostra salute. Quando ci facciamo male o abbiamo un'infezione, il nostro corpo attiva l'infiammazione per riparare i danni e combattere gli agenti patogeni.

Tuttavia, l'infiammazione non è sempre un processo "rumoroso" con sintomi evidenti come dolore, gonfiore, rossore e calore. A volte, l'infiammazione può essere silente, ovveroPresente nel nostro corpo senza dare alcun segno di sé.

Citochine: i messaggeri dell'infiammazione

Le citochine sono molecole di segnalazione cellulare che svolgono un ruolo cruciale nella comunicazione tra le cellule del sistema immunitario. Sono coinvolte in diverse funzioni, tra cui la regolazione della crescita cellulare, la risposta immunitaria e l'infiammazione.

Le citochine possono essere suddivise in due categorie principali:

  • Citochine pro-infiammatorie: Promuovono l'infiammazione e sono coinvolte nella risposta immunitaria iniziale.
  • Citochine anti-infiammatorie: Aiutano a modulare e risolvere l'infiammazione, riportando il sistema immunitario all'equilibrio.

Infiammazione silente e malattie croniche

L'infiammazione silente è stata collegata a diverse malattie croniche, tra cui:

  • Malattie cardiovascolari: L'infiammazione silente può contribuire allo sviluppo di aterosclerosi, una condizione in cui le placche si accumulano nelle arterie, aumentando il rischio di infarto e ictus.
  • Diabete di tipo 2: L'infiammazione silente può compromettere la capacità del corpo di utilizzare l'insulina, portando a insulino-resistenza e iperglicemia.
  • Malattie autoimmuni: L'infiammazione silente può indurre il sistema immunitario ad attaccare erroneamente i tessuti sani del corpo, causando malattie autoimmuni come l'artrite reumatoide e la tiroidite di Hashimoto.
  • Malattie neurodegenerative: L'infiammazione silente nel cervello è stata collegata a malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson.
  • Cancro: L'infiammazione silente può creare un ambiente favorevole allo sviluppo e alla progressione del cancro.

Obesità e infiammazione silente

L'obesità è spesso associata a uno stato di infiammazione silente cronica. Il tessuto adiposo in eccesso produce citochine pro-infiammatorie che possono contribuire allo sviluppo di insulino-resistenza, malattie cardiovascolari e altre complicanze metaboliche.

Come contrastare l'infiammazione silente

Adottare uno stile di vita sano può aiutare a prevenire e contrastare l'infiammazione silente. Ecco alcuni consigli:

  • Seguire una dieta equilibrata: Consumare una varietà di alimenti ricchi di frutta, verdura, cereali integrali e grassi sani. Limitare l'assunzione di zuccheri raffinati, grassi saturi e alimenti trasformati.
  • Mantenere un peso sano: Perdere peso, anche solo di pochi chili, può ridurre l'infiammazione silente e migliorare la salute generale.
  • Fare attività fisica regolarmente: L'esercizio fisico regolare aiuta a ridurre l'infiammazione e migliorare la funzione immunitaria.
  • Gestire lo stress: Lo stress cronico può contribuire all'infiammazione silente. Trovare tecniche di rilassamento come la meditazione, lo yoga o semplicemente trascorrere del tempo nella natura può aiutare a ridurre lo stress.
  • Dormire a sufficienza: Il sonno di qualità è essenziale per la salute generale e può aiutare a ridurre l'infiammazione.

Conclusioni

L'infiammazione silente è un processo complesso che può avere un impatto significativo sulla nostra salute. Comprendere i meccanismi dell'infiammazione silente e adottare uno stile di vita sano può aiutare a prevenire e contrastare le malattie croniche associate a questa condizione.


Obesità e sovrappeso, lotta contro l'ago della bilancia